Soncino e il suo Territorio - La Storia

L’origine di Soncino è ancora avvolta nel mistero.
Alcuni ritrovamenti archeologici sporadici (punte di freccia, raschiatoi in selce e un tesoretto in bronzo e rame) possono solo presumere un passaggio, un transito di popolazioni preistoriche attraverso il territorio soncinese, che in quest'epoca (dal periodo Neolitico all’inizio dell’Età del Ferro) era bagnato dalle acque paludose del lago Girondo (o Gerundo). Il dosso su cui sorge l'odierno centro storico di Soncino doveva allora emergere dalle acque e, quindi, poteva essere un luogo molto ben protetto e sicuro.

L'arrivo dei Celti (V-III secolo a.C.) coincide, probabilmente, con la nascita di una zona di confine nel nostro territorio. Inizialmente tra i Celti e gli Etruschi, che erano per lo più stanziati al di là del fiume Oglio. Lo stanno a testimoniare numerosi ritrovamenti sul mantovano e sul bresciano di fattura etrusca. In seguito la nostra zona divideva due popolazioni celtiche, gli Insubri ed i Cenomani. Ancora oggi c'è incertezza sui reali confini tra questi due popoli. Pare che ci potessero essere degli stanziamenti celtici, più o meno stabili, sulle zone più alte del nostro territorio, soprattutto a nord di Soncino.

Risalgono all’epoca romana (II secolo a.C. – IV secolo d.C.) numerosi ritrovamenti di materiale laterizio oltre che di due ville ed alcune fornaci sempre nella zona settentrionale del comune di Soncino che sembra essere stata la prima veramente abitata. Questo perché si trovava ad un'altitudine superiore e, quindi, non interessata dalle acque del lago Girondo. Era, però, una zona ricchissima di risorgive e di argilla, materiale ideale per le costruzioni romane. Anche in questo periodo il territorio soncinese si trovava lungo una zona di confine. Infatti è ancora incerto se appartenesse alla regione augustea X (Venetia) o XI (Transpadana). Al periodo romano risale una delle ipotesi circa l’origine del nome di Soncino che indica la sua derivazione dal console romano Cinna, il quale combattè le locali popolazioni celtiche alla fine del II secolo a.C. Sono due storici cremonesi del XVI secolo (Bordigallo di origine soncinese e Cavitelli) che citano una tradizione in cui compaiono gli insediamenti di Iovisalta (Genivolta), Aquaria e Soncino. I primi due di origine celtica, l’ultimo di fondazione romana. Aquaria e Soncino sarebbero, secondo questi storici, lo stesso abitato di origine celtica distrutto e riedificato dal console romano Cinna da cui prese il nome (sub+Cinna). Il sito corrisponderebbe all’attuale dosso soncinese come indica il Cavitelli citando la distanza tra Genivolta e Aquaria. Tuttavia questa è per il momento solo un’ipotesi teorica visto che nessun reperto romano è riaffiorato nel centro storico soncinese.

L'invasione delle popolazioni germaniche che provocò la disgregazione dell'Impero Romano, coincise anche con il periodo tradizionale della fondazione di Soncino. Secondo i principali storici soncinesi furono i Goti, una popolazione di origine germanica, a stabilire un primo insediamento sul dosso attuale. Lo stesso toponimo Soncino pare sia di ascendenza germanica e significherebbe “re delle acque”. Non si sono, però, trovati resti materiali, né si possiedono fonti documentarie che attestino questa tradizione.

All’epoca delle invasioni ungare (IX-X secolo) nel Nord Italia si assiste alla nascita di numerose fortificazioni che determinano una progressiva frammentazione del territorio. A questo periodo dovrebbe risalire la vecchia rocca di Soncino situata sull’angolo sud-orientale del borgo.

Il 1118 è una data fondamentale, infatti Soncino viene istituito a “borgo franco” segnando il passaggio dalla zona d'influenza bergamasca a quella cremonese. Questa istituzione comporta una notevole espansione demografica e, soprattutto, economica. Il controllo dell'attraversamento del fiume Oglio permette di incamerare notevoli ricchezze. Incominciano, però, i violenti contrasti con i bresciani a causa, appunto, del fiume. La costruzione del borgo franco di Orzinuovi risponde a queste continue lotte, che vedranno prevalere quasi sempre i soncinesi. All'interno del borgo c'è un'intensa fioritura economica che porta sicuramente a fortificare almeno in parte il dosso soncinese, se non in muratura, almeno mediante terrapieni e palizzate in legno.

Nel XIII secolo, sotto la guida di Buoso da Dovara, avviene la prima importante militarizzazione di Soncino. Viene risistemata la vecchia rocca e, soprattutto, si costruisce interamente in muratura la cinta muraria. E' uno dei periodi più floridi di Soncino, così come gran parte dei comuni del Nord Italia. L'aumento della ricchezza consente anche migliorie dal punto di vista dei pubblici servizi come la grandiosa costruzione del sistema idrico-fognario che permette anche il funzionamento dei numerosi mulini e folli.

Con il privilegio del 1311 Soncino viene a trovarsi sottoposto direttamente all'Impero (diventa Terra Separata) senza il controllo di nessuna altra città, come lo era stato prima con Cremona. E' il periodo, quindi, di maggiore indipendenza. I privilegi concessi erano di natura prettamente economica e intendevano favorire l'espansione commerciale di questo territorio. Nel 1313 lo stesso Enrico VII, con diploma imperiale, investe in feudo Soncino a Giovanni I conte del Forese. Un’infeudazione più sulla carta che reale e, certamente, non impedì l'assoluta indipendenza e libertà della comunità soncinese.

Nel periodo visconteo (1385-1454) Soncino diventa la più importante roccaforte di difesa lungo la linea di confine del fiume Oglio tra Visconti e veneziani. Per ben tre volte nel XV secolo la Repubblica di Venezia riuscì ad impadronirsi di Soncino, dando sempre prova di buon governo. Si sviluppa grandemente l'attività imprenditoriale sia con gli ebrei che con alcune famiglie locali, soprattutto Amadoni e Azzanelli continuando anche nel secolo XVI. Ciò permette una diffusione maggiore dei famosi pannilana soncinesi, ormai richiesti su tutti i mercati europei.

La seconda grande militarizzazione del borgo soncinese avviene nell’epoca sforzesca (1454-1536) con il rifacimento completo della cerchia muraria e con la costruzione della rocca. Gli Sforza ebbero grande considerazione di Soncino per la sua posizione strategicamente importante all'interno dello scacchiere militare dell'Italia Settentrionale, per questo lo dotarono di imponenti strutture difensive.

Con l’arrivo degli Spagnoli (1536) inizia il periodo di decadenza del comune soncinese. L'infeudazione ad opera dei marchesi Stampa limita i numerosi privilegi avuti nei secoli passati da Soncino. Lo stanziamento di numerose truppe militari spagnole contribuisce, inoltre, all'impoverimento del territorio ed alla progressiva e costante perdita di vitalità economica.

Tra il XVIII e la prima metà del XIX secolo avviene la completa smilitarizzazione ad opera prima degli Austriaci mediante l'abbattimento delle quattro porte medioevali e poi di Napoleone. Questi ultimi avvenimenti determinano la fine della storia indipendente del borgo soncinese.


BIBLIOGRAFIA
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