Soncino e il suo Territorio - Il Territorio Circostante
Borgo San Giacomo
Anticamente il paese di Borgo San Giacomo era denominato Gabiano e solo nel 1863
venne cambiato nell’attuale. Il perché di questa improvvisa mutazione sta nel
fatto che il significato del vecchio nome corrispondeva a “uomo rozzo e zotico”.
Il territorio di Borgo San Giacomo fu abitato fin dall’epoca preistorica, ma è
nel 200 a.C. quando i Romani edificarono il castrum dell’antica Aqualonga per
controllare il passaggio sul fiume Oglio, che appare per la prima volta il nome
di un piccolo villaggio che definiva il proprio insediamento “luogo acquitrinoso”
e che in lingua celtica corrispondeva a “Gabianum”. Gabiano subì ben presto
la dominazione e la colonizzazione romana, come è facilmente riscontrabile
dalle chiare tracce di centuriazione presenti ancora oggi sul nostro territorio.
Libero comune nella prima metà del 1300 divenne un luogo fortificato. Fu dominato
dalla famiglia ghibellina degli Emigli che a differenza dei guelfi Martinengo
alleati della Repubblica veneta, seguirono i Visconti di Milano. Dopo la battaglia
di Maclodio del 1427 anche il territorio di Borgo San Giacomo come tutto quello
bresciano passò sotto il dominio di Venezia e, in particolare, della famiglia
dei Martinengo.
Monumenti
La chiesa parrocchiale di S.Giacomo
Costruita tra il 1594 e il 1609, forse su progetto del Bagnadore, contiene pregevoli
dipinti come una Circoncisione di Francesco Beccaccino e un’Ultima Cena di Giovanni
Gandino il Vecchio. L’opera più preziosa è il Battistero, la cui vasca in marmo
risale al 1577.
Il vecchio camposanto del 1700 detto il “Sagrato”
Quasi nascosto dietro la chiesa parrocchiale di S.Giacomo e l’imponente mole della
Torre Maggiore, sorge il “Sagrato”. La costruzione risale al 1777 e ha la forma di
un elegantissimo chiostro con porticati, con una cappella centrale e la facciata
rivolta verso la strada. Dopo pochi anni il vecchio cimitero venne chiuso a causa
dell’emanazione della nuova legge che proibiva il seppellimento dei defunti all’interno
dei centri abitati. Gli enormi sforzi economici dei gabianesi per la costruzione
del “sagrato” vennero così vanificati.
Questo antico Camposanto è un vero e proprio gioiello storico che ha pochi eguali
in tutta la Lombardia. Il “Sagrato” ha una struttura quadrata a forma di chiostro
di convento, elegante nelle proporzioni e nel disegno. I portici a colonne tuscaniche
sono ritmati da cappellette a frontone ottuso e coprono antichi sepolcreti. Vi sono
due aperture laterali delle quali quella verso la chiesa è l’unica utilizzabile.
Proprio in questo accesso rivolto verso la Parrocchiale, è da notare che la porta
laterale della chiesa reca la scritta “Porta dei vivi”, con chiaro riferimento alla
porta di fronte che era all’opposto la “Porta dei morti”.
La chiesa di San Genesio
Di origine molto antica fu ricostruita nel XV secolo. All’interno dell’elegante
struttura vi si trova la statua lignea di S.Genesio del 1475 ad opera di Baldo di
Pavia, che rappresenta un raro esemplare di scultura lombarda.