Soncino e il suo Territorio - Il Territorio Circostante

Romanengo
Romanengo viene fondato da Cremona nel 1192 come borgo franco, in una realtà territoriale già da tempo ben delineata.
Queste sono le ragioni che hanno dettato la scelta del sito sul quale sarebbe sorto il nuovo castello con il suo borgo:
1. il posto scelto era senz’altro elevato;
2. aveva acqua in abbondanza;
3. era vicino a certe chiuse già esistenti nel 1170 e che permettevano di far arrivare l’acqua a Cremona;
4. il luogo era già abitato o poteva contare su una popolazione stanziale già coesa e sull’arrivo di altri abitanti favorito dalle esenzioni concesse;
5. la presenza di proprietari terrieri che appartenevano al ceto nobile e cittadino e che potevano facilmente essere convinti a cedere parte del loro terreno per far posto alle strutture difensive del castello ed al nuovo borgo esterno.

Ai cremonesi premeva maggiormente il controllo delle chiuse affinché non mancasse mai l’acqua a Cremona.
La costruzione del nuovo castrum decretò l’abbandono del borgo di Ero, situato a circa un chilometro e mezzo a sud-est di Romanengo.
All’atto di fondazione del 1192 Cremona nominò il primo podestà che concedette agli abitanti del castello esenzioni da certi oneri già concessi agli abitanti di Soncino nel 1118, a patto che difendessero il luogo nell’interesse della città. Compito particolare era di curare la manutenzione, difendere ed aprire le chiuse dell’acqua che doveva arrivare a Cremona dalla campagna. Quelli di Romanengo potevano usufruire dell’acqua per i propri bisogni, ma essa rimaneva di proprietà di Cremona.

NOME
Nella testimonianza scritta più antica è indicato come Romolengo, Rumelengi. Toponimo in –engo, quasi certamente longobardo. La tradizione lo vuole infatti fondato dai Longobardi come indica lo storico soncinese Baris che ne precisa il significato in ricovero per i pellegrini. In effetti nel castello esisteva un ricovero per i pellegrini dedicato a San Bartolomeo, inserito sulla via di comunicazione tra Brescia, Lodi e Pavia. E’ importante citare come in epocamedioevale ci sono testimonianze dell’uso del diritto longobardo da parte della gente di Romanengo.

LE STRUTTURE DIFENSIVE
Negli atti costitutivi si fa accenno solo al fossato e al terragio, cioè due elementi indispensabili alla fortificazione di un sito di pianura: l’acqua e la terra. Fino al XV secolo non si hanno altre notizie dai documenti.
Nel 1462 Francesco Sforza elevò Romanengo a Terra Separata, staccandola dalla giurisdizione cremonese. A Romanengo dipendono Cataletto di Sopra, Salvirola, Fiesco, Ronco Todeschino e Albera. Poco dopo inizia un’intensa attività edilizia che interessò anche Soncino. Si costruì una cinta muraria merlata, tutto intorno al perimetro del terrapieno, con due casematte ad ognuno dei quattro angoli ed una rocca nuova. Il terrapieno fu comunque notevolmente allargato.
Le mura esistevano ancora a metà Ottocento, poi non si seppe più nulla e non si è ancora potuto risalire alle circostanze che portarono alla loro demolizione.

LA ROCCA
E’ in corso il restauro dei resti dell’antico fortilizio sforzesco. Si sono rinvenuti per il momento un grosso pozzo, volte a vela e parti di affreschi e decorazioni. E’ ancora visibile il terrapieno su cui sorgeva l’antica fortificazione. Si possono intravedere tratti della cerchia muraria sforzesca.

CHIESA PARROCCHIALE
Dedicata ai santi Giovanni e Biagio fu interamente ricostruita tra il 1807 e il 1813 in forme neoclassiche, dopo il rovinoso terremoto del 1802. Vi sono conservate pregevoli tele del Molosso e del Chiaveghino.

ORATORIO DI SAN LUIGI
L’unico resto quattrocentesco, assieme ad un corridoio, di un monastero di frati osservanti.

IL PIANALTO
Tra Romanengo e la Melotta sorge il cosiddetto Pianalto. Un antico livello fondamentale della Pianura Padana che si eleva per circa 10-12 metri dalla pianura circostante, presentando una superficie ondulata e movimentata. La sua parte centrale è rotta da una piccola gola, creata dal Naviglio della Melotta, con ripide pendici ricoperte da una folta vegetazione. Per preservare tale ambiente è stata istituita dall’amministrazione provinciale una riserva naturale di oltre 180 ettari.



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