Soncino e il suo Territorio - Il Territorio Circostante

Torre Pallavicina
Il paese di Torre Pallavicina è formato dall’unione di tre frazioni: Villanuova, Santa Maria e Torre.
Villanuova è la sede del Comune, delle scuole materna ed elementare e della posta. A Santa Maria sorge la chiesa parrocchiale. A Torre, invece, troviamo il palazzo Pallavicino Barbò con incorporata la Torre di Tristano. Tuta la storia economica, sociale e culturale della comunità è stata determinata dalla posizione geografica del suo territorio che si trova immerso nella campagna della Pianura Padana con il fiume Oglio che segna il confine con le province di Brescia e Cremona.
Il paese è abitato da circa mille persone. La risorsa più importante è l’ambiente: i fontanili, le acque del fiume Oglio e alcuni esemplari pluricentenari di querce farnie sono le caratteristiche principali di questo territorio.

LA TORRE DI TRISTANO SFORZA
La Torre fu costruita da Tristano Sforza dopo la pace di Lodi (1454) che sancì i nuovi confini tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia. Tristano (1422.1477) era figlio illegittimo del duca di Milano Francesco Sforza.
Ora la Torre appare una residenza fortificata, originariamente era, invece, una vera e propria torre di difesa lungo il confine tra Milano e Venezia. Fino a pochi anni fa esisteva una passerella che collegava la parte più alta della torre (innalzata successivamente) al palazzo Pallavicino ora Barbò. Tale passerella corrispondeva al piano della originaria merlatura della torre.
In seguito al matrimonio della figlia di Tristano Sforza con Galeazzo Pallavicino (primogenito di Pallavicino Pallavicini, marchese di Busseto e consigliere di Gian Galeazzo Sforza) la torre assunse il nome di Pallavicina.

PALAZZO PALLAVICINO (ora chiamato anche Barbò-Rivetti dal nome dei più recenti proprietari)
Il figlio naturale di Galeazzo Pallavicino, Adalberto, era un capitano di ventura che servì la Repubblica veneta e il duca di Urbino. Poi si ritrasse a vita solitaria verso la metà del XVI secolo costruendo una dimora immersa nei suoi vasti possedimenti. In un fregio della cornice al pian terreno si legge ancora:
Post tantam voluntariae ac rarae servitutis oblivionem ne ingratos amplius sequeretur principes Adalbertus Mar Palavicinus has aedes otii ac quietes s edem sibi et amicis erigendas curavit.
(Dopo un tale ricordo di volontaria e rara servitù per non seguire più gli ingrati principi il marchese Adalberto Pallavicino si adoperò a costruire questa sede di ozio e pace per se e i suoi amici).

Il nome del fondatore di questo edificio è sovente ricordato nei fregi colle lettere AD. MA. PA. (Adalberto Marchese Pallavicino).

Descrizione affreschi delle sale del palazzo vedi fotocopia.

CHIESA PARROCHIALE DI SANTA MARIA IN CAMPAGNA
Fatta costruire da Adalberto Pallavicino su una preesistente chiesetta. Rifatta nel 1931. La chiesa conserva un reliquiario con la Spina di Gesù donata dal papa Paolo II alla famiglia Barbò. Adiacente alla chiesa vi era un complesso conventuale dei Servi di Maria.

CHIESA DEI SANTI NAZARIO E CELSO (sec. XIV)
La più antica chiesa del territorio si trova a Villanuova, con abside romanica e navata in stile lombardo-gotico.



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