Soncino e il suo Territorio - Le Leggende

LA PERGAMENA RITROVATA - tratto dal libro “Il Borgo racconta”


Uno stravagante pittore soncinese, tale Fortunato Maina, raccontava spesso un’avventura che aveva dell’incredibile. Nei primi anni del 1900 molti ragazzi si divertivano giocando tra i ruderi della rocca o nella fitta vegetazione che si era formata nel fossato delle mura soncinesi. Attraverso essa si intravedevano gli enormi resti in mattoni tra i quali si aprivano piccoli pertugi oscuri e bui, luoghi da temere, abitati da mostri spaventosi, come raccontavano tutti i nonni.
Ma Fortunato Maina ed i suoi compagni non erano certo impressionabili. Così un giorno si prepararono per entrare in uno di questi anfratti che doveva portare in chissà quale posto sperduto sottoterra. Armati di candele e bastoni incominciarono il loro avventuroso viaggio che non avrebbero mai più dimenticato. L’interno era umido e completamente buio, ma man mano che procedevano il passaggio si faceva più grande e spazioso. Tutta la struttura, a volta, era in mattoni ed i vari cunicoli si diramavano in tutte le direzioni facendo perdere facilmente l’orientamento. Quando ormai la fioca luce delle candele stava languendo ecco che videro delle lastre tombali con strane incisioni. Fu qui che il nostro Fortunato trovò un rotolo metallico che prese con sé.
Ma il terrore ebbe il sopravvento nel momento in cui rimasero completamente al buio. Imboccarono un cunicolo e poi un altro ed un altro ancora. Erano sfiniti, con poche forze, quando uno spiraglio di luce apparve da una fenditura del muro. Preso un bastone, attaccarono un fazzoletto e lo sporsero all’esterno. In questo modo riuscirono ad attirare l’attenzione di un carrettiere di passaggio che avvertì le autorità. Venne organizzata immediatamente una spedizione ed i ragazzi furono posti in salvo. Da allora si decise di murare i passaggi per evitare altri incidenti del genere.
Il gruppo di amici si era introdotto nel tratto sud delle mura ed era giunto fino al torrione denominato “Cà dei cà”, situato nel tratto settentrionale, dopo aver attraversato tutto il centro storico soncinese sottoterra.
A riprova del suo viaggio Fortunato portava il rotolo di piombo in cui ritrovava una pergamena che andò distrutta appena entrò in contatto con l’aria. Ma il nostro pittore riuscì a realizzare una riproduzione abbastanza fedele all’originale. Il disegno rappresenta il palazzo comunale con, in evidenza, alcune bifore che al tempo del Maina erano nascoste dall’intonaco e la porta, poi murata della torre civica. Seguendo questi indizi, negli anni ’50, i lavoro di restauro portarono al rinvenimento delle bifore, così come si possono vedere ancora ai nostri giorni.


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